Domanda:
Il mio datore vuole modificare il contratto a progetto prima della sua fine..?
Star from Pluton
2011-10-24 10:52:58 UTC
Il mio datore vuole modificare il contratto a progetto con scadenza dicembre 2012, iniziato da soli due mesi, corrispondendomi la metà del compenso pattuito. Le domande sono molte:

Può obbligarmi ad accettare il dimezzamento, cercando di intenerirmi e dicendo che ha l'esigenza di dover ridurre i costi aziendali?(a mio avviso una banale scusa) O lui può farmi solo una proposta?

Se io rifiutassi, può senza altre ragioni decidere di licenziarmi?

Il licenziamento deve pervenire in forma scritta?

Se facessi una controproposta e questa venisse rifiutata (proponendo ad esempio di tagliarmi solo un quarto invece che la metà) posso rifiutare senza temere conseguenze?

Se dovesse mandarmi la lettera di licenziamento, posso fare anche io il furbetto e tornare sulla mia decisione, rifiutare il licenziamento e accettare la metà del compenso?
Quattro risposte:
Miguel ¿Nsap? IKnowWhereItsAt
2011-10-24 16:06:29 UTC
Entrambi avete sottoscritto un contratto dove è stabilito un compenso. Non è possibile modificarlo unilateralmente.



Precisiamo che, almeno in teoria, tu non hai un datore di lavoro, ma un committente, e non puoi essere licenziato perché non sei assunto.



Per quanto riguarda la possibilità di recesso, è specificata sul contratto stesso. Se è previsto il preavviso, il committente può avvalersi di quella clausola per recedere.

Se invece non è previsto il preavviso e si può solo recedere per giusta causa, gli conviene farti lavorare, perché in ogni caso deve pagarti tutto il compenso pattuito.

È chiaro che la rescissione del contratto deve avvenire per iscritto.



Non capisco invece cosa ci sia di furbo nell’ultima domanda: il fatto di tornare sulla tua decisione certo non lo obbliga ad accettarla e, in più, ti sei giocato la dignità.
osso
2011-10-28 16:24:53 UTC
rispdi ondo alle domande in ordine:

1, obbligarti no, anche perchè la tua tipologia di contratto prevede che il compenso deve essere proporzionato alla quantità e qualità del lavoro eseguito, un po ambiguo ma la finanzaria 2007 ha precisato che la quantificazione del compenso deve corrispondere a quella per prestazioni di analoga professionalità.



2,no perchè il contratto può estinguersi solo al momento della realizzazione del progetto, si può recedere prima solo per giusta causa o per diverse modalità inserite nel contratto scritto.



3, si qualsiasi tipo di licenziamento per essere valido deve essere notificato per iscritto.



4, io in te non farei controproposte ma mi atterrei a quello pattuito nel contratto stipulato all' inizio in forma scritta, perchè è valido solo quello.



5, questa parte, come già detto, io non la prenderei neanche in considerazione.



vorrei fare alcune considerazioni, questa tipologia di contratti molte volte sono impugnabili perché sono dei veri e propri contratti di subordinazione, mentre dovrebbero essere gestiti autonomamente dal collaboratore.

cioè dovresti godere di autonomia lavorativa, se questo riferimento manca la legge stabilisce che il giudice può considerare il contratto a progetto " lavoro subordinato a tempo indeterminato" sin dalla data di costituzione.



certo la materia è molto delicata e poi rischieresti di perdere anche quel poco che hai, ma quello che vuol fare ora il tuo datore di lavoro è anche peggio.
paolo
2011-10-24 18:13:46 UTC
meglio chiedere ad un patronato sindacale, ciao.
anonymous
2011-10-24 17:56:07 UTC
prova a chiedere al cna


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