Visto che hai un bel contratto a tempo indeterminato, prima di iniziare a pensare di andarsene sarebbe meglio far rientrare il rapporto di lavoro nei binari della legge. DOPO si fanno le valutazioni (cioè, se il tipo di lavoro, l’orario, i colleghi, eccetera, vanno bene oppure no).
La prima cosa da risolvere è la differenza tra il netto in busta (sui 1000 euro?) e quello che ti dà realmente. Indipendentemente da quanto hai chiesto quando ti ha assunto, ti deve obbligatoriamente corrispondere ciò che è scritto sulla busta che è calcolato in base alle retribuzioni del Contratto Collettivo (CCNL) della tua Categoria e sotto quelle NON si può andare. Prendendo tutto quello che ti spetta, la “restituzione” toccata a tuo padre verrà subito compensata.
Orario di lavoro: lavori 9 ore al giorno per 5 giorni e 5 ore il lunedì?
La “normale” (la legge la definisce così) settimana di 40 ore che fine ha fatto? E’ vero che nel Commercio la Contrattazione Collettiva prevede che si possano sforare addirittura le 48 ore, ma queste devono essere poi compensate con ulteriori riposi.
Il datore ha facoltà di chiederlo MA “il lavoro straordinario ha carattere di volontarietà”. Chiaramente va retribuito con le maggiorazioni previste. (Va da sé che per un dipendente con contratto a termine quello che dispone la legge sulla volontarietà sfiora il ridicolo...).
Lavoro domenicale: se lavori nel tuo giorno di riposo, la paga è aumentata del 30%. Visto che il riposo settimanale è garantito per legge (anzi, dalla Costituzione), se lavori di domenica avrai il riposo in un altro giorno. Se non concede il giorno di riposo commette un reato, quindi sarebbe meglio farlo desistere dal suo eventuale intento criminale PRIMA che lo metta in atto, risparmiando così grattacapi per tutti.
Richiesta part-time: la scusa accampata dal titolare per non concedertelo è fasulla, ma resta il fatto che se non è d’accordo, non è obbligato. Adesso te lo rifiuta perché lavori full-time e oltre ma ti paga come se facessi part-time, un bel vantaggio per lui...
Soluzioni possibili:
- non dici niente e continui così oppure te ne vai;
- parli con il titolare: chiedi che ti venga corrisposto l’importo intero della busta-paga, lasciando intendere con tono amichevole (quindi non deve essere una minaccia) che NON vuoi seguire il consiglio di quelli che ti dicono di rivolgerti a un Ispettore del Lavoro. Anche se funzionasse, rimarrebbero aperte le altre questioni, orari di lavoro in primis;
- ti rivolgi al sindacato: con il dialogo dovrebbe riuscire a convincere il tuo capo ad applicare il Contratto Collettivo (stipendio, orari, inquadramento al giusto livello) e trovare un accordo per le aperture domenicali. Svantaggi: tu saresti quello che ha messo un po’ di ordine in quel far west; cioè, agli occhi del titolare, “quell’ingrato sovversivo che ha messo in mezzo il sindacato”.
Mi sono basato sul CCNL “Terziario, distribuzione, servizi”; potrebbe essere quello giusto ma è meglio che controlli sul tuo contratto individuale, ci deve essere scritto il CCNL applicato. Poi lo cerchi al link sotto. Una lettura delle parti che ti interessano non è tempo sprecato.
http://www.portalecnel.it/portale%5CArchivioContrattiOnLine.nsf/vwPerSettoreContratto?Openview&CodiceSettore=H&Settore=Commercio